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L'Assemblea

2025-06-17 12:48

Vincenzo Fiore

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L'Assemblea

Oltre l’Assemblea: per una Democrazia dei Cittadini, non delle FormeIn molti spazi di partecipazione si sente dire: “Facciamo un’assemblea, così decid

Oltre l’Assemblea: per una Democrazia dei Cittadini, non delle Forme

In molti spazi di partecipazione si sente dire: “Facciamo un’assemblea, così decidiamo tutti insieme”. È un’idea che nasce da un impulso sano: la voglia di contare, di non essere spettatori ma protagonisti. Ma è sufficiente mettersi in cerchio e discutere per dire che stiamo praticando democrazia?

1) L’assemblea non è neutra

L’assemblea, per quanto possa apparire inclusiva, non è di per sé garanzia di democrazia reale. Senza regole chiare, senza equilibrio tra i partecipanti, senza strumenti che mettano tutti nelle stesse condizioni, l’assemblea può diventare uno spazio facilmente manovrabile. Chi ha più esperienza, più tempo, più parole, finisce per orientare il gruppo. E gli altri, spesso, si adeguano.

Non sempre chi parla di più ha ragione. A volte ha solo più potere.

2) Il rischio della forma che inganna

Quando l’assemblea diventa un rito vuoto, o un feticcio democratico, il rischio è di scambiare la forma per la sostanza. Il dibattito viene deciso da chi stabilisce l’ordine del giorno. Le votazioni seguono logiche numeriche – più che deliberative – e spesso chi ha più sostenitori presenti decide per tutti, senza un vero confronto sui contenuti. È questo ciò che intendiamo per potere dei cittadini?

3) L’inganno della delega nascosta

Molti cittadini, soprattutto se nuovi alla partecipazione, tendono ad affidarsi a chi appare più sicuro o più preparato. Così si riproduce la logica della delega, ma senza controllo. Si passa dalla delega al rappresentante politico alla delega al “più esperto” dell’assemblea. Il risultato è che il potere resta sempre in poche mani, anche se in forme nuove.

4) Democrazia non è solo parlare: è poter decidere

Una vera democrazia dei cittadini non si esaurisce nell’assemblea. Ha bisogno di strumenti concreti di potere decisionale diffuso, come:

Referendum propositivi e vincolanti;

Consultazioni popolari con effetti reali;

Sondaggi deliberativi con partecipazione informata;

Rotazione delle cariche nei comitati;

Accesso pubblico alle informazioni e alle proposte;

Meccanismi di revisione, valutazione, trasparenza.

Non basta dire “partecipiamo”: dobbiamo poter decidere davvero, insieme.

4) Un ecosistema partecipativo, non un solo strumento

L’assemblea è utile se fa parte di un ecosistema più ampio, che include informazione diffusa, formazione civica, strumenti deliberativi, e un sistema di garanzie per evitare abusi. Se invece diventa l’unico spazio, rischia di trasformarsi in una scena dove pochi recitano e molti assistono.

5) Serve coraggio per andare oltre

Non basta cambiare le facce o i metodi. Serve trasformare il sistema. E questo significa costruire spazi dove tutti i cittadini, anche i più fragili, possano esercitare il potere di incidere nella vita pubblica. Serve superare il mito dell’assemblea come “luogo sacro” e iniziare a costruire meccanismi collettivi di decisione vera.

Noi delle Comunità Civiche Locali non ci accontentiamo della partecipazione simbolica. Vogliamo il governo di tutti, non di pochi, neanche nei comitati. Per questo sperimentiamo strumenti nuovi, metodi trasparenti, rotazione delle funzioni e coinvolgimento reale delle comunità.

La democrazia non è un evento: è una pratica continua.

Scheda visuale di confronto tra assemblea tradizionale e processo deliberativo, pensata in stile semplice e divulgativo, da usare sia online che come supporto cartaceo.

 

Assemblea Tradizionale vs Processo Deliberativo

CaratteristicaA - Assemblea TradizionaleB - Processo Deliberativo
Modalità di decisioneVoto a maggioranzaCostruzione di un consenso condiviso
Ruolo della parolaChi parla meglio o di più orienta la sceltaTutti sono messi in condizione di parlare e ascoltare
Potere realeConcentrato in chi ha più numeri o più esperienzaDistribuito tra tutti i partecipanti
InclusioneChi è timido o inesperto resta ai marginiSupporto attivo a chi partecipa per la prima volta
StrutturaAperta, ma spesso caotica o influenzabileStrutturata, con regole di equità e moderazione
Rischio principaleForme di manipolazione o delega implicitaLentezza decisionale, ma maggiore consapevolezza
Obiettivo finaleDecidere in fretta con i presentiDecidere bene coinvolgendo tutti
RisultatoApprovazione formale (vincitori/sconfitti)Soluzione ragionata (possibile convergenza)

Quando serve una vera democrazia partecipata, scegli un processo deliberativo:

Favorisce la comprensione reciproca

Protegge le minoranze

Costruisce decisioni durature

Abbatte il dominio di retorica e potere informale