
Desideriamo parlarvi di un progetto che riteniamo fondamentale per il nostro presente e futuro, ma che, come ogni iniziativa ambiziosa, porta con sé sfide e rischi. Mi riferisco al progetto "Fare Rete", un’iniziativa che potrebbe fallire se mal interpretata, ma che, se compresa e realizzata nel modo corretto, ha il potenziale di trasformare profondamente il tessuto sociale delle nostre comunità.
L’obiettivo del progetto
Il cuore di "Fare Rete" è la volontà di mettere insieme, in modo fattivo, le molteplici esperienze di cittadini attivi che, nel tempo, hanno operato con dedizione sui propri territori. Non si tratta di un esercizio teorico o di una discussione accademica, bensì di un’azione concreta che mira a riunire le forze migliori della cittadinanza consapevole. L’intento è quello di ideare e realizzare insieme progetti civici capaci di costruire una barriera resistente e coesa contro l’aggressione sistematica che una ristretta “classe egemone” esercita sulla quasi totalità dei cittadini.
Un contesto di crisi
La nostra società è segnata da una crescente diseguaglianza e da un’inquietante passività diffusa. Sempre più persone appaiono incapaci di una reazione cosciente, ridotte a uno stato di confusione e impotenza. Questo “addomesticamento” non è casuale: è il frutto di un controllo esercitato da una minoranza “incolta” e impreparata, ma sostenuta e diretta da chi detiene la ricchezza e, con essa, il potere reale. Questa situazione non è solo profondamente ngiusta, è anche pericolosa per la tenuta democratica e sociale delle nostre comunità.
Un progetto di unione e azione
"Fare Rete" nasce proprio per contrastare questa deriva. L’idea è semplice ma ambiziosa: riunire i cittadini che sono ancora consapevoli e determinati per creare una forza collettiva capace di resistere. Priva di sigle “capifila” costruita e fortemente voluta “orizzontale”: gregari tra gregari. Questa rete non è fatta di slogan o proclami, ma di azioni tangibili: progetti civici che possano migliorare concretamente la vita delle persone e riaccendere una partecipazione autentica.
Non solo i raggruppamenti, ma il singolo cittadino
Non sono chiamati in causa solo i raggruppamenti, siano essi Associazioni, Gruppi, Comitati e/o Movimenti, ma anche il cittadino che ha aperto gli occhi e ha compreso. Ogni individuo che ha maturato una consapevolezza personale è una risorsa preziosa per il progetto. È da queste persone,
I rischi di equivocare il progetto
Tuttavia, è importante sottolineare che il progetto può fallire se viene equivocato. Se "Fare Rete" venisse percepito come un’iniziativa esclusiva, riservata a pochi “già consapevoli”, rischierebbe di allontanare proprio coloro che ha il dovere di coinvolgere. Se non riuscisse a comunicare chiaramente la sua natura pratica e concreta, potrebbe essere ridotto a un’astrazione priva di forza trasformativa.
La chiave del successo
Il successo di "Fare Rete" dipenderà dalla sua capacità di essere inclusivo, chiaro e organizzato. Servirà un linguaggio accessibile a tutti, uno sforzo per educare e coinvolgere anche chi oggi si sente impotente o disorientato. Sarà necessario valorizzare la diversità delle esperienze, ascoltare ogni voce e creare uno spazio in cui ciascuno possa contribuire.
Conclusioni
In definitiva, "Fare Rete" è più di un progetto: è una chiamata all’azione, un invito a riprendere in mano il nostro paese e il futuro dei nostri figli. È un’opportunità per trasformare la frammentazione in unità, l’inerzia in partecipazione, e la rassegnazione in lotta. Spetta a noi coglierla e farne un successo.