Partiamo da questo presupposto nell'analizzare come si può finanziare un reddito universale garantito e dignitoso per tutti.
Un reddito di base garantito a tutti, senza la condizione selettiva del bisogno (secondo il principio dell’universalismo assoluto), rappresenterebbe un livello di protezione ulteriore rispetto a quello previsto dalla Costituzione. Ciò, naturalmente, non lo renderebbe di per sé contrario ad essa: si tratterebbe di un’estensione di tutela praeter constitutionem, simile a quella che portò alla previsione, per via legislativa, di un Servizio Sanitario Nazionale globale nelle prestazioni, universale nei destinatari e uguale nei trattamenti, nonostante la Costituzione prescriva solo «cure gratuite agli indigenti». Tuttavia, diverrebbe contra constitutionem se, per garantire l’estensione della provvidenza a tutti, oltre la sfera dei beneficiari individuabili sulla base della Costituzione stessa (i “privi di mezzi”), si andasse a incidere pesantemente sul quantum della misura, rendendola insufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa a coloro che si trovano sotto la soglia di povertà, nucleo essenziale di tutela costituzionalmente previsto.
Universalità
L'universalità si riferisce all'estensione del beneficio a tutta la popolazione, in conformità con il concetto di diritto a un reddito dignitoso per tutti. A partire dalla Costituzione, il diritto a un reddito non è inteso solo come un bene individuale, ma soprattutto come una risorsa per la comunità.
Il Reddito Universale applica questo principio attraverso la promozione, il mantenimento e il recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, mediante un'erogazione continua e sufficiente di denaro per soddisfare le esigenze primarie per vivere: accesso all'energia, trasporti, cibo, istruzione, svago, produzione di beni, contributo intellettuale e artistico liberato dalle esigenze del vivere.
Uguaglianza
I cittadini devono poter accedere alle erogazioni del Reddito Universale di Base (RUB) senza alcuna distinzione di condizioni individuali, sociali o economiche. Per coloro che non appartengono a categorie indigenti, l'erogazione sarà ridotta fino ad annullarsi per i redditi alti, sopra una soglia da definire.
Equità
A tutti i cittadini deve essere garantita la parità di accesso al reddito in relazione a uguali bisogni di status sociale. Questo è il principio fondamentale che mira a superare le disuguaglianze nell'accesso alle erogazioni in denaro. Per la sua applicazione è necessario:
- Garantire a tutti puntualità, efficienza e trasparenza del servizio, con particolare attenzione alle erogazioni fornite;
- Assicurare, da parte degli uffici anagrafici comunali, dell'INPS e dell'Agenzia delle Entrate, una comunicazione chiara e corretta sulle erogazioni necessarie per il cittadino, adeguate al suo grado di reddito inteso in modo universale ed equo.
Facendo tesoro delle esperienze passate, oggi possiamo certamente fare una riflessione libera da condizionamenti.
Dove si prendono le risorse?
In tutto il territorio europeo ci sono beni da prendere in considerazione, come le infrastrutture ferroviarie e stradali, le coste, i beni ambientali e monumentali, l'enorme patrimonio culturale e storico, le ricchezze del sottosuolo, il gas e il petrolio, le acque potabili sorgive, le terme, ecc. Tutto ciò che va in concessione dovrebbe tornare nelle tasche dei cittadini.
Poi ci sono i “cassetti fiscali” da utilizzare e monetizzare, un sistema che ha finanziato il recupero edilizio quando era ancora in vigore il sistema del 110%.
Infine, c'è la tassa di scopo che autofinanzia il sistema stesso.
Un reddito di base universale (UBI) sarebbe un pagamento mensile incondizionato, ricevuto da tutti, indipendentemente dall'età, dal reddito o dall'occupazione, per coprire i costi di base della vita e consentire a tutti di essere parte della società.