
Come affrontare concretamente il dissesto ambientale: una risposta civica necessaria
A cura dell’Associazione Cittadini Attivi in Movimento (ACAiM)
L’Italia è un Paese fragile, soggetto a un’elevatissima esposizione al rischio idrogeologico. Secondo l’ultimo rapporto ISPRA 2023, oltre il 94% dei comuni italiani è interessato da almeno un’area a rischio frana, alluvione o erosione costiera. Ogni anno frane, alluvioni, mareggiate, terremoti e valanghe colpiscono territori spesso impreparati, causando danni incalcolabili alle comunità locali e all’ambiente.
A questi eventi si aggiunge un degrado crescente, dovuto all’incuria e all’impatto delle attività umane: urbanizzazioni selvagge, cementificazione del suolo, copertura di corsi d’acqua, incendi boschivi e inquinamento atmosferico. Tutti questi fattori alimentano il cambiamento climatico e contribuiscono all’intensificazione di fenomeni meteorologici estremi, ormai sempre più frequenti anche in Italia.
Come affrontare concretamente tutto questo?
Noi dell’Associazione Cittadini Attivi in Movimento (ACAiM) crediamo che le risposte non possano arrivare solo dall’alto. Serve una mobilitazione diffusa dei cittadini, una presa di coscienza collettiva che si traduca in azione. Proponiamo alcune direttrici fondamentali:
1. Mappatura partecipata dei rischi locali
Ogni comunità dovrebbe conoscere i punti critici del proprio territorio: fiumi tombati, zone franose, edifici inadeguati. Con l’aiuto di esperti, comitati locali e istituzioni sensibili, è possibile costruire strumenti di monitoraggio e allerta realmente efficaci. La conoscenza è la prima forma di prevenzione.
2. Prevenzione e manutenzione ordinaria
Non si può agire solo sull’emergenza. Serve una manutenzione costante del territorio: pulizia dei fossi, tutela dei versanti, salvaguardia dei boschi, controllo delle reti idriche e fognarie. Secondo Legambiente, l’80% dei fondi per il dissesto viene ancora speso per interventi post-evento, mentre occorrerebbe invertirne la logica.
3. Stop al consumo di suolo
L’Italia continua a perdere ogni anno migliaia di ettari di suolo agricolo e verde urbano, come denunciato dal Rapporto sul Consumo di Suolo (ISPRA, 2023). È urgente bloccare nuove edificazioni, promuovere la rigenerazione urbana e restituire spazio alla natura nelle città e nei paesi attraverso un piano di depavimentazione intelligente.
4. Educazione ambientale e responsabilità collettiva
La cultura ecologica deve entrare stabilmente nella formazione scolastica e nella vita pubblica. Solo una cittadinanza informata può riconoscere l’importanza della prevenzione e del rispetto del territorio. Servono campagne pubbliche, laboratori nelle scuole, momenti di confronto intergenerazionale.
5. Piani di emergenza condivisi e operativi
Molti comuni italiani non hanno ancora piani di protezione civile aggiornati e funzionanti. È necessario coinvolgere attivamente i cittadini nella costruzione di strategie di emergenza, con esercitazioni periodiche e diffusione capillare delle informazioni utili. La prevenzione salva vite.
6. Partecipazione politica e cittadinanza attiva
La protezione dell’ambiente e del territorio non può restare una battaglia tecnica o settoriale. Deve diventare una priorità politica. Per questo ACAiM promuove l’uso del Referendum Propositivo Vincolante come strumento democratico per orientare le scelte pubbliche. I cittadini devono tornare protagonisti nelle decisioni che li riguardano
In conclusione, crediamo che la cura dell’ambiente sia una responsabilità condivisa, che non può essere delegata. È tempo di invertire la rotta, costruendo un’alleanza tra cittadini, comitati, associazioni, istituzioni locali e mondo scientifico. Solo così potremo affrontare alla radice le cause del dissesto e costruire una vera cultura della prevenzione e della pace con il territorio.
Associazione Cittadini Attivi in Movimento – ACAiM
Sito web: www.acaim.it – www.cantierepolitico.it
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