Apus Pallidus

Il rondone pallido a Palermo
Ricordo i cieli della mia città, in pieno centro, puntuali come le stagioni di cui erano gli annunciatori, invasi da enormi stormi di Apus Pallidus, questo il nome scientifico di questo meraviglioso uccello, che, ogni estate, dopo aver nidificato nella Conca d'Oro, si radunavano per il loro viaggio in Africa. Per interi pomeriggi erano impegnati in volteggi come fossero danze stupende. Diecimila, ventimila, forse anche di più, volteggiavano nei cieli palermitani seguendo i loro capi stormo come se saggiassero i comandi.
Sono scomparsi, anno dopo anno, diminuiti fino alla quasi estinzione. Non verranno più da noi perché li abbiamo traditi. Abbiamo appestato loro l'aria, abbiamo sottratto ciò che gli apparteneva, li abbiamo perseguitati; l'ultima denuncia della Lipu riguarda alcune azioni vigliacche compiute da alcune maestranze all'interno dei Cantieri Navali di Palermo. Sembrerebbe che con le schiume epossidiche otturino i nidi dei rondoni in vecchi capannoni in disuso, uccidendo i pulcini e distruggendo un'intera covata. Sciagurati. Non sono solo gli incendi, le alte temperature, il clima che cambia; siamo noi “umani” e loro ci hanno abbandonato alle nostre meschinità, lasciandoci sempre più soli.
