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Ancora ostili

2024-08-29 19:54

Associazione ACAIM

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Ancora ostili

Ci risiamo: si ripetono gli attacchi alla nostra Associazione, insensati e superficiali. Ci criticano perché l'Associazione chiama i cittadini a manif

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Ci risiamo: si ripetono gli attacchi alla nostra Associazione, insensati e superficiali. Ci criticano perché l'Associazione chiama i cittadini a manifestare promuovendo Acaim, i 5 Stelle e tutte le sigle del "campo progressista", invitando micro-associazioni, comitati e gruppi a presentarsi con i loro simboli e bandiere per protestare contro una situazione ormai fuori controllo, in cui le famiglie non riescono più a concludere il mese con scorte alimentari sufficienti. Di questo trattiamo: manca il reddito sufficiente per sfamarsi; eppure, le nostre "anime semplici" si preoccupano di dettagli insignificanti, dimenticando i bisogni dei più fragili. Non si indignano per le azioni vili del nostro governo, che sottrae risorse agli ultimi per "foraggiare" chi ha già troppo, come nel caso del C.N.E.L., ente inutile destinato alla cancellazione, e dei soldi distribuiti a pioggia ai suoi membri. Questo non li tocca, ma si ergono a difensori della democrazia e della correttezza per delle bandiere ritenute inappropriate. 

Riderci sopra? No è dramma puro.

Eppure, tutti le abbiamo viste sfilare sotto ogni bandiera, e hanno manifestato all'ombra degli stendardi del PD e dei sindacati, senza alcun fastidio. Allora, perché oggi non è più così? Solo il “fato” lo sa, ma qualche ipotesi possiamo argomentarla. 

Acaim le infastidisce forse perché il suo attivismo, le sue idee e il suo modo di proporsi le mettono in ombra, limitando il loro "protagonismo"? Non si sa.

Ha senso dichiarare di voler "manifestare senza fare politica" quando la decisione stessa di manifestare è già, di per sé, un atto politico? Ha senso che un cittadino esprima il proprio dissenso nascondendo la propria appartenenza, provenienza e le scelte fatte? Se pensate che sia sensato, non venite a Roma il 14: non è la piazza per voi.

Noi ci rivolgiamo a chi ha fame vera, a chi si è arreso, a chi non ha più speranze. Cerchiamo di motivarli e convincerli che vivere dignitosamente deve essere una pretesa da conquistare, non una concessione elargita da altri.