
Per la legge, il voto è considerato un dovere etico e morale, ma l'obbligo e le conseguenze giuridiche per gli inadempienti sono cessati da oltre vent'anni, con l'abrogazione del DPR n. 361 del 30 marzo 1957, avvenuta nel 1993. Da allora, tutti gli elettori che hanno raggiunto la maggiore età hanno la facoltà di astenersi dal voto o di votare, mantenendo segreto il loro voto. Tuttavia, dal momento in cui è stata abrogata la legge che obbligava i cittadini a votare, il numero degli elettori alle urne è sempre più in calo.
Sebbene siano comprensibili i motivi di questa tendenza, non sono da ritenersi validi, considerando che andare a votare è un diritto e un dovere di ogni singolo cittadino. Dal mio punto di vista, tornare alla vecchia legge non sarebbe sbagliato; riportare i cittadini all'adempimento obbligatorio del voto, con sanzioni quali la perdita di qualsiasi diritto e il disconoscimento della qualità di cittadino italiano per coloro che si astengono dal voto, sarebbe una soluzione. A molti questa mia proposta potrebbe sembrare un ricatto, ma in realtà non lo è. Vorrebbe dire responsabilizzare tutti e far capire che solo chi vota può rivolgersi a qualsiasi istituzione, arrogandosi il diritto di chiedere, pretendere, manifestare e protestare anche ad alta voce.
Antonella Toro
