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Associazione Culturale Cittadini Attivi in Movimento 

Una "nota" di ACAiM

2024-08-12 17:29

Il Bradipo

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Una "nota" di ACAiM

Carissimi amici, spesso mi inviate in chat alcuni post chiedendomi cosa ne pensi. Di recente, mi è stato chiesto di commentare un post del carissimo M

Carissimi amici, spesso mi inviate in chat alcuni post chiedendomi cosa ne pensi. Di recente, mi è stato chiesto di commentare un post del carissimo Massimo Erbetti, il secondo che mi viene sottoposto. Mi limito ad analizzare l'ultimo che ho ricevuto.

Massimo afferma:
“Se tu… sì, proprio tu… sei sicura/o di sapere di cosa hai veramente bisogno per radicarti sul territorio?
Più presenza dei parlamentari?
Più presenza dei coordinatori?
Non fare alleanze?
Non più di due mandati?
Una sede?
Ma siete certi che siano queste le reali priorità di cui abbiamo bisogno? Basterebbe questo a risolvere tutti i problemi?”

La prima domanda che mi viene spontanea è: cosa c'entrano i portavoce, il dibattito sul “campo largo” e la regola dei due mandati con la questione di radicarsi nei territori? Solo una cosa è azzeccata: la questione della sede.

Se quell’indice è puntato verso di noi, se quella domanda è rivolta a noi, la risposta è SÌ. Certo che lo sappiamo e non solo lo facciamo, ma è evidente che proprio lui non lo sa, infatti non fornisce risposte.

Poi continua:
“Ma voi…
Sapete fare un'interrogazione comunale?
Un’interpellanza?
Un ordine del giorno?
Una mozione?
Sapete leggere un bilancio comunale?
Sapreste emendarlo?
Sapete quali sono le voci su cui si può fare un emendamento e quelle su cui non si può fare?
Sapete cosa è spesa corrente e cosa no?
Sapete cosa è l’albo pretorio?
Lo avete mai consultato?
Che differenza c'è tra una delibera di giunta e una di consiglio?”

Se quell’indice è puntato verso di noi, se quella domanda è rivolta a noi, la risposta è NO. Certo che non lo sappiamo, non abbiamo le deleghe per farlo; per quelle cose sono pagate le persone che si sono proposte per occuparsi di quelle mansioni. È evidente che lui non ricorda più quali siano le mansioni dell'attivista.

Il cittadino attivo non è presente per proporsi come amministratore, ma per progettare e pensare a un paese diverso e possibile, coinvolgendo gli altri cittadini ad attivarsi e a pretendere i propri diritti. Quando si chiede maggiore partecipazione da parte dei portavoce, non è per averli accanto nei gazebo o durante la raccolta firme — questo accade già da tempo — ma si pretende che le nostre regole vengano rispettate. Si chiede di essere coinvolti, ascoltati e di interloquire, nella qualità di cittadini attivi, dettando i bisogni della cittadinanza che frequentiamo e ascoltiamo giorno dopo giorno.

A chi è esperto in tutte quelle “alchimie” elencate nel post, cioè i portavoce, noi avanziamo la pretesa di partecipare alle scelte politiche del Movimento, siano esse scelte locali o centrali.

Questa è la questione, caro Massimo, e tu butti la palla fuori dal campo con quel tuo articolo.
Che dirti? Seguici se puoi, ti servirà per comprendere che la “cittadinanza attiva” è più matura e preparata di come la prospetti tu, e ha le idee chiare su come riprendersi il territorio e penetrarlo. Ha tanti progetti e, pian piano, li vedrai attuati. Con affetto.