Le ostilità non si placano.
Il sale della vita sono le "diversità", i modi molteplici di vedere possibili soluzioni. Anche se non ci piacciono, si devono ascoltare con pazienza.
Ci hanno inviato un articolo scritto da una signora che lamenta un evidente "smarrimento" perché se la prende con tutti quelli che hanno ancora voglia di esprimere un parere.
Sfotte i cittadini che riescono ancora a esprimere un'opinione e li chiama rivoluzionari "inchiavardati al divano di casa". Ci dia i profili, noi li cerchiamo. Poi insulta quei cittadini che hanno la concretezza di organizzare strutture che tendono a riprendersi il territorio. Cittadini attempati, non certo giovinetti come la signora, che invece di andare ai giardinetti a dispensare briciole di pane ai piccioni, sono lì a far dondolare gli "zebedei", come li chiama lei, ai suoi amici.
Pensionati che conoscono il Movimento e che lo hanno sempre difeso dagli intellettuali "mordi e fuggi", che non lasciano mai traccia dopo il loro passaggio, non incidono. Noi preferiamo i "cittadini" e a loro ci rivolgiamo chiedendo di "alzarsi" e pretendere i loro diritti.
Leggiamo un'elencazione di “azioni” che sono usuali negli ambienti frequentati dalla signora. I vari Facebook, Messenger, WhatsApp e tutti gli altri non sono circoli letterari, ma piazze virtuali dove si trova di tutto. Se posso permettermi di dare un consiglio: cambi frequentazioni.
Vi confesso che noi siamo molto critici nei riguardi di alcuni, ma le critiche le abbiamo rivolte a quelli che abbandonano le trincee, ai lamentatori che depongono le armi, che hanno mille proposte risolutive ma sempre usando il "culo degli altri", scusateci il francesismo. Non diamo l'impressione di essere in molti ma certamente siamo quelli “buoni”.