Continuiamo a chiederci: perché lanciare una "costituente", mettendo tutto in discussione, comprese le nostre regole, votate di recente, che sanno ancora di fresco? Il ridimensionamento dei minimi per costituire un gruppo territoriale e la regola che stabilisce se ci siamo convertiti al "carrierismo" o se abbiamo rinnegato l'antica convinzione che impegnarsi in politica debba essere un servizio civico dedicato agli altri. Non avremmo potuto trovare un modo meno divisivo?
Non abbiamo "proposte" per nuove regole e/o strategie; la strada è stata tracciata dal 2009, quando ci siamo presentati per cambiare il Paese. Assicuriamoci che il Paese non cambi noi. Le regole che ci siamo dati vanno benissimo, a patto che siano rispettate da tutti.
Possiamo discutere di come "migliorarci", ma quale metodo valido è stato superato dall'analisi? Quale analisi è stata condotta e quale ragionevole domanda è stata posta per comprendere il calo di consensi? Perché nessuno sottolinea che i nostri elettori sono lì, in attesa di un progetto che li riconquisti, mentre gli attivisti sono nelle strade a cercare di spiegare che il progetto esiste già. Nel frattempo, alcuni portavoce discutono se gettare nelle pozzanghere le nostre regole per dare spazio alle loro carriere di ormai comprovati statisti.
Detto ciò, partecipiamo al dibattito e all'elencazione dell'ovvio:
- No alla regola dei due mandati; mai carriere politiche assicurate con la complicità del Movimento;
- Ridimensionare il limite minimo per formare un gruppo territoriale; il numero minimo di trenta membri limita fortemente la loro formazione nei piccoli territori;
- Una piattaforma informatica del Movimento che possa diventare uno spazio virtuale dove incontrarsi, scambiarsi informazioni, confrontare nuove idee e strategie. La chiediamo dal 2016;
- Un canale informatico per diffondere informazioni di politica interna, internazionale, economica e locale; ad esempio, costruire solidarietà in difesa del bosco di Gallarate, del bosco di Niscemi a Palermo, e contro le scelleratezze perpetrate dalla giunta regionale abruzzese, che offre licenze a pagamento attraverso un ignobile tariffario per uccidere la nostra fauna;
- Difesa della Costituzione, disarmo e pace, difesa degli ultimi e dei fragili, beni essenziali mai da concedere ai privati, come sanità, energia, trasporti; valori mai messi in discussione e che ci tengono uniti fin dalla nascita del Movimento.
- Allearsi con il Fronte Progressista? Certo, ma di cosa stiamo parlando? Di quegli organismi logori e ormai implosi su sé stessi, preda di bande di arrivisti, lobbisti e persone ricercate dalle procure del nostro paese? Con loro dovremmo fare patti e governare il paese?
Cosa succede ora? Questa nostra proposta entrerà anonima in un ribollente calderone, che verrà lavorato da parti “terze”. Ma che senso ha? Poi, 300 “padri costituenti” (quando scopriremo i nomi, allora capiremo tutti) sceglieranno le proposte che riterranno più aggregate e, infine, verranno ulteriormente selezionate e sottoposte alla votazione generale per ottenere un'investitura democratica.
Noi vogliamo bene al Movimento e per il momento evitiamo di accendere micce (L'insabbiamento degli Stati Generali), ma lo segnaliamo come questione messa sotto il tappeto, poi scopriremo da chi e perché. Noi trasparenti siamo, o no? ABBIAMO SETE DI VERITA'.