
È Tempo di Restituire il Paese ai Cittadini
In questi giorni si parla di premura, di necessità urgente di trovare un nuovo partito, un nuovo contenitore politico capace di candidarsi e prendere il governo del Paese. Sempre la stessa strada: un nuovo nome, un nuovo simbolo, un'altra delega in bianco. Sempre la stessa illusione che qualcuno, una volta al potere, possa risolvere i problemi di tutti.
Ma noi crediamo che sia ora di cambiare strada.
Non serve l'ennesimo partito. Serve una mobilitazione pacifica, determinata e continuata dei cittadini. Serve che il popolo, nella sua pluralità e nella sua forza, si faccia avanti per reclamare ciò che la nostra Costituzione già riconosce all'articolo 1 della nostra Costituzione:
"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."
Non si tratta di sostituire un'élite con un'altra, né di cercare nuovi leader da idolatrare o da seguire. Si tratta di esercitare in prima persona il diritto e il dovere di governare il nostro destino comune.
Giuseppe Dossetti, padre costituente, ricordava che:
"La democrazia non è solo l'elezione periodica dei rappresentanti, ma un processo continuo di partecipazione attiva dei cittadini."
Chiediamo che il Paese venga riconsegnato ai suoi legittimi titolari: i cittadini. Non attraverso l'ennesima competizione elettorale tra programmi promessi e poi traditi, ma attraverso strumenti reali di democrazia diretta, come prevede anche l'articolo 75 della Costituzione (referendum popolari), e con una presenza costante nelle decisioni collettive.
Senza una mobilitazione cosciente e permanente — come Hannah Arendt indicava nella sua idea di “azione pubblica” come fondamento della libertà — anche il miglior progetto resta lettera morta.
Ogni cambiamento vero sarà ancora una volta rimandato.
Non è più tempo di attendere il "salvatore" di turno. È tempo di essere noi stessi, insieme, i protagonisti della storia che vogliamo scrivere.
Come nel momento più buio della nostra storia recente, durante la Resistenza, fu il popolo a prendersi la responsabilità di cambiare il destino dell'Italia:
"Quando il popolo si muove, nessuna forza può fermarlo."
(Ricordo tratto dai Comitati di Liberazione Nazionale, 1944)
Oggi, come allora, è il momento di camminare. Insieme.
Fonti:
Costituzione italiana, articolo 1:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."
➔ È la base giuridica che afferma che il potere appartiene ai cittadini, non ai partiti.
Principio di democrazia diretta: Nella Costituzione italiana (oltre all'articolo 1), strumenti di democrazia diretta sono previsti, come ad esempio il referendum (art. 75) e, a livello locale, anche iniziative popolari (art. 71).
Pensiero di Giuseppe Dossetti (padre costituente): Dossetti sottolineava che la democrazia non è solo partecipazione al voto, ma partecipazione continua e diffusa alla vita politica.
Concetto di "mobilitazione permanente" nella teoria politica: Filoni della politica partecipativa e dei movimenti civici (ad esempio Hannah Arendt o più recentemente pensatori come Colin Crouch con il concetto di "post-democrazia") insistono sul fatto che la partecipazione reale non può ridursi alle elezioni, ma deve essere un'attività quotidiana dei cittadini.
Esperienze storiche: Anche la Resistenza italiana (1943-45) fu un movimento di cittadini che si assunsero direttamente la responsabilità di cambiare il destino del Paese, senza delegarlo ad alcun potere costituito.