Democrazia svuotata: il grande inganno della rappresentanza
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un progressivo svuotamento della democrazia così come la conoscevamo. Le istituzioni che un tempo rappresentavano il cuore pulsante della partecipazione popolare sono state deformate fino a diventare simulacri privi di sostanza. La Costituzione viene spesso interpretata in modo elastico, la rappresentanza politica si è trasformata in un esercizio di potere autoreferenziale, e il Parlamento sembra ormai ridotto a un organismo incapace di svolgere il proprio ruolo di controllo e legislazione.
Questa situazione non è passata inosservata ai cittadini, che, pur non sempre pienamente informati sui meccanismi che hanno portato a tale deriva, hanno percepito la gravità del momento. Il risultato è un crescente rifiuto della partecipazione a quella che appare sempre più come una messa in scena grottesca, anziché un processo democratico autentico. L’astensionismo elettorale, che continua a crescere in modo preoccupante, è il segnale più evidente di una sfiducia profonda e radicata.
Eppure, di fronte a questa crisi della democrazia rappresentativa, emergono nuove possibilità. I modelli di democrazia partecipata offrono un’alternativa concreta, ma affinché possano affermarsi è necessario un lungo processo di discussione, maturazione e trasformazione culturale. Non si può pensare di adottare nuove forme di governo senza consapevolezza e senza un coinvolgimento collettivo.
La sfida è enorme: riusciremo a trasformare la delusione in partecipazione attiva? Oppure continueremo a subire passivamente un sistema che ha ormai perso la sua legittimità?
