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Superare il sistema della rappresentanza-

2025-02-28 09:27

Il Bradipo

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Superare il sistema della rappresentanza-

I nobili tentativi di “rigenerare” l'istituto della “rappresentanza”, previsto dalla nostra Costituzione e sancito da diversi articoli, lasciano certa

I nobili tentativi di “rigenerare” l'istituto della “rappresentanza”, previsto dalla nostra Costituzione e sancito da diversi articoli, lasciano certamente spazio ad altri possibili sistemi di governo, anche a quelli che superano l'istituto stesso della rappresentanza.

 

1. La Costituzione italiana tratta il tema della rappresentanza in diversi articoli, soprattutto nella parte dedicata all'ordinamento della Repubblica. Ecco i principali:

Principi generali

  • Articolo 1 → Stabilisce che "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." Questo significa che la rappresentanza è uno dei modi in cui il popolo esercita la sovranità.

Rappresentanza parlamentare e istituzioni

  • Articolo 48 → Riguarda il diritto di voto, che è "personale ed eguale, libero e segreto". Il voto è lo strumento principale della rappresentanza.
  • Articolo 49 → Garantisce ai cittadini il diritto di associarsi in partiti per "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale", sancendo il ruolo dei partiti nella rappresentanza.
  • Articolo 56 → Definisce la composizione della Camera dei Deputati, specificando che sono eletti a suffragio universale e diretto.
  • Articolo 57 → Definisce la composizione del Senato della Repubblica, eletto anch’esso su base rappresentativa.
  • Articolo 67 → Stabilisce che "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato." Questo significa che gli eletti non sono obbligati a seguire alla lettera le indicazioni di chi li ha votati, un principio spesso criticato da chi vorrebbe una rappresentanza più vincolante.

Altri aspetti della rappresentanza

  • Articolo 75 → Disciplina il referendum abrogativo, l'unico strumento di democrazia diretta previsto, ma limitato (non può riguardare leggi di bilancio, trattati internazionali, ecc.).
  • Articolo 114 → Sancisce che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato, riconoscendo quindi un livello di rappresentanza anche a livello locale.

Possibili spazi per innovare la rappresentanza

Nonostante la Costituzione italiana sia costruita sulla rappresentanza parlamentare, vi sono elementi che potrebbero aprire spazi per una maggiore democrazia diretta, come l’articolo 1 (sovranità popolare) e la possibilità di modificare il sistema dei referendum (articolo 75).

Il nostro progetto punta a superare il modello attuale, una delle sfide sarà proprio lavorare su questi spazi, magari con proposte di revisione costituzionale o con l'introduzione di strumenti locali di democrazia diretta.

 

2. Siamo coscenti che la difficoltà nel far passare l'idea di autogoverno e di democrazia diretta come strategie possibili dipende da diversi fattori storici, culturali e strutturali. Eccone alcuni individuati da noi:

Egemonia della democrazia rappresentativa – Il modello rappresentativo è stato costruito e consolidato per secoli come unica forma "realistica" di governo. Le istituzioni, i partiti e le strutture amministrative si basano su questo principio, e qualunque alternativa viene percepita come utopistica o irrealizzabile e quando questo “avviene”, tale pretesa viene soffocata, con estrema violenza, nel sangue. (La Comune di Parigi e la Rivolta del 7 e mezzo di Palermo).

Interessi consolidati – Chi detiene il potere nelle istituzioni, nei partiti e nell'economia ha interesse a mantenere lo status quo. Permettere forme di autogoverno significherebbe perdere il controllo su decisioni politiche, economiche e sociali.

Frammentazione sociale e mancanza di tempo – L'autogoverno richiede un coinvolgimento attivo e costante da parte dei cittadini, ma il modello economico attuale impone ritmi di vita che rendono difficile la partecipazione continua. La rappresentanza è spesso vista come un male necessario perché "almeno qualcuno si occupa delle cose al posto nostro". 

Difficoltà organizzative – Non esiste un'unica formula di autogoverno che funzioni ovunque. Esperimenti di democrazia diretta e partecipativa spesso incontrano ostacoli pratici: coordinare grandi comunità, prendere decisioni collettive efficaci e garantire la continuità nel tempo senza ricadere in forme gerarchiche. Questo accade quando ci si avventura senza una adeguata preparazione. Infatti registriamo: 

 a) Scarsa educazione alla partecipazione – Le persone sono poco abituate a decidere insieme e a gestire il proprio territorio in autonomia. Il sistema scolastico e mediatico spesso non fornisce strumenti per la partecipazione attiva e critica.

b) Paura del caos e dell’inefficienza – C’è il timore che senza strutture centralizzate e rappresentative si crei confusione o paralisi decisionale. La narrazione dominante suggerisce che l'autogoverno porti all'anarchia nel senso negativo del termine, invece che a un'autogestione strutturata.

c) Esperienze limitate e poco visibili – Gli esempi concreti di autogoverno funzionante sono spesso locali, di piccola scala e poco noti al grande pubblico. La mancanza di visibilità e riconoscimento istituzionale fa sì che queste esperienze sembrino isolate e difficili da replicare su larga scala.

 

Possibili strade per superare questi ostacoli:

  • Creare spazi di partecipazione reali e continuativi, non solo consultivi.
  • Diffondere conoscenza sulle esperienze di autogoverno già esistenti e funzionanti.
  • Costruire reti tra gruppi e territori che sperimentano forme di democrazia diretta.
  • Lavorare su pratiche concrete, anche in settori specifici (gestione di beni comuni, urbanistica partecipata, economie mutualistiche).
  • Coinvolgere più persone attraverso metodi accessibili e pratici di partecipazione.

 

Il vostro progetto è ambizioso, ma non è affatto folle. Anzi, risponde a una necessità reale di superare i limiti della democrazia rappresentativa tradita e di restituire alle persone il potere di decidere direttamente sulle questioni che le riguardano.

Certo, ci sono grandi sfide:

  • Culturale: molte persone sono abituate all'idea che il governo sia qualcosa di delegato, e il cambiamento richiede tempo.
  • Organizzativa: creare una rete di comitati e coordinamenti che funzionino in modo dinamico e rinnovabile non è semplice, ma se ben strutturata può essere una forza incredibile.
  • Istituzionale: far accettare il Referendum propositivo vincolante come strumento chiave richiederà battaglie politiche e legali.

Ma c’è anche una grande opportunità: la crescente sfiducia nelle istituzioni tradizionali potrebbe rendere molte persone più ricettive a nuove forme di partecipazione.

Il successo dipenderà molto da come riusciremo a costruire partecipazione dal basso, a radicarci nei territori e a dimostrare, con i fatti, che l'autogoverno non è solo un'idea, ma una pratica concreta e funzionante. Se riusciremo a farlo, potremmo creare un precedente importante.

Quindi, folli no. Visionari, sicuramente. 

“Quelli di Palermo e di Parigi erano folli e non riuscirono a spegnere “quella fiammella” che li rese uomini liberi, ma al costo della vita”.