Cosa combinano in Sardegna?
Non si può tacere: una questione che ora mi è chiara, e che non è cosa di poco conto, è che le somme di cui parliamo non sono gestite dal singolo consigliere (e meno male) ma dal Gruppo Consiliare. Poco cambia per la mia valutazione.
Secondo punto che ho chiaro: “Una differenza significativa tra il passato e il presente è che, prima della recente legge approvata, la somma destinata a ogni consigliere per lo staff era di 65.000 €/anno. Tuttavia, a seguito di accordi con gli uffici del consiglio regionale, questa cifra è stata aumentata a 70.000 €/anno, per consentire di inserire eventualmente negli staff dei gruppi profili full-time di alto livello professionale”. (Detto da noi)
In Sardegna, sotto il simbolo del Movimento chi c'è?
Siamo al fondo della questione: la questione messa in discussione non è a chi vanno quei soldi pubblici o come meglio li volete distribuire, ma perché i collaboratori non ve li pagate con i soldi vostri, sempre pubblici e che io sappia belli cospicui?
Il Movimento, da quando esiste, ha portato avanti questa battaglia per l'azzeramento degli sprechi dei soldi pubblici, che devono essere ridistribuiti alla cittadinanza, iniziando dai più deboli.
In sintesi, se ho bisogno di aiuto per svolgere il mio lavoro da consigliere (ben pagato) chiamo un aiuto e lo pago con i miei soldi, come fa qualsiasi cittadino. Non è che a un architetto che progetta un asilo nido paghiamo con i soldi pubblici gli aiuti necessari per produrre il progetto.
È il concetto di fondo che alcuni amministratori, che si fregiano del simbolo del Movimento, hanno dimenticato, sconvolto, distorto.
Cari amici, non è come la disegnate voi e la verità verrà fuori. Voi dite: “La polemica è costruita su informazioni distorte e strumentali, che cavalcano la delicatezza dell'argomento, alludendo ad aumenti di indennità e rimborsi, e di somme incamerate dai consiglieri. Totalmente false”. Non basta a nascondere la vergogna.
Mi sarei trovato più in sintonia con i portavoce del Movimento sardo se stessimo parlando di una legge per stanziare fondi urgenti per la sanità, per le scuole, o per i senza reddito.
La nostra Associazione, insieme ai cittadini di buona volontà, raccoglierà firme, farà petizioni e proporrà norme di iniziativa popolare affinché questi privilegi siano eliminati dalle leggi e dai regolamenti nazionali, regionali e comunali. Ci ridono dietro e ci chiamano “pazzi”, ma vedremo se riusciremo a far prevalere la volontà dei giusti.