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La nostra rivoluzione pacifica - Parte prima -

2024-06-15 11:18

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La nostra rivoluzione pacifica - Parte prima -

“I Comunardi erano folli, avevano in sé una fiammella che non si spegneva”. (Pierre-Auguste Renoir 1841-1919) Le nostre radici sono profonde e ci arri

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“I Comunardi erano folli, avevano in sé una fiammella che non si spegneva”. (Pierre-Auguste Renoir 1841-1919)

 

Le nostre radici sono profonde e ci arrivano da lontano, emergendo in un lago di sangue.

La consapevolezza dei cittadini di autogovernarsi e gestire, senza intermediazioni, la loro vita si confronta duramente con la realtà nella Parigi del 1870, accesa dal crollo del Secondo Impero francese sconfitto dall'esercito prussiano. Questa esperienza si verifica perché a Parigi, in quegli anni, i cittadini dei quartieri operai si riuniscono da tempo in comitati, associazioni, gruppi, e discutono, si informano, si confrontano, si scambiano opinioni, infine si uniscono in un'esperienza politica che non ha eguali.

In quel periodo era in uso l'istituzione della Guardia Civile, dove i cittadini venivano armati, vestiti e pagati dal governo repubblicano instauratosi dopo la sconfitta e la caduta di Napoleone III. Erano quasi tutti operai che erano rimasti senza reddito a causa della guerra. Numerosi, addestrati e ben equipaggiati, raggiunsero la cifra di mezzo milione. Fu il mezzo utilizzato per conquistare Parigi.

La Comune di Parigi è stata la prima esperienza politica di autogestione socialista che governò la città di Parigi dal 18 marzo al 28 maggio 1871, considerata la prima grande esperienza di autogoverno della storia contemporanea. Tra gli obiettivi principali della Comune vi erano la difesa della città dall'esercito regolare francese, la promozione di politiche sociali a favore delle classi lavoratrici e l'organizzazione di un sistema di autogoverno basato sulla partecipazione popolare diretta. La Comune di Parigi fu soppressa brutalmente dalle forze governative francesi il 28 maggio 1871, con un bilancio che sa di massacro: tra 8.000 e 10.000 vittime tra uomini, donne e bambini.

Perché parliamo di questo episodio?

Perché noi siamo i loro eredi morali e politici, perché il nostro laboratorio politico intende sperimentare la loro esperienza, certamente utilizzando sistemi democratici e non violenti.

Il sistema partitico è miseramente fallito, gran parte dei loro frequentatori sono inseguiti dalle procure di mezzo paese, si sono costituiti in bande annidate nelle loro segreterie e gestiscono il potere conquistato illegalmente, perché hanno raggiunto il consenso attraverso l'utilizzo di sistemi illeciti. Si è rotto il patto tra il cittadino e la sua struttura di rappresentanza. Hanno tradito quando si sono avvicinati ai privilegi: la loro onestà non ha retto alla prova e si sono arresi alla corruzione, al compromesso, al clientelismo. Si sono venduti, i più, per trenta denari.

Ci ha provato il Movimento Cinque Stelle ma non è riuscito a proteggersi dai prevedibili ingressi estranei miranti a squassarlo dall'interno. Oggi milioni di elettori sono in attesa che il Movimento riesca a liberarsi da questa aggressione e ritorni nel sentiero tracciato da Beppe Grillo e Gian Roberto Casaleggio. Se non riuscirà nell'intento (esercizio molto difficile e pericoloso), dovremo certamente inventarci qualcosa per contrastare la disgregazione del paese messa in atto da forze reazionarie, omofobe, razziste, elitarie, antidemocratiche che si sono impossessate del paese senza averne i numeri, ma solo attraverso il cedimento delle nostre regole democratiche gestite da disonesti.

E siamo qui riuniti appunto perché siamo coscienti che bisogna arginare questo sistema malato. Un nuovo laboratorio politico vogliamo inizializzare che provi a riunire le esperienze delle innumerevoli Associazioni, Comitati Cittadini e di Quartiere, dei Gruppi che si muovono nello stesso "campo" che si riconosce nella Democrazia Diretta, nell'attenzione agli ultimi, nello studio di proposte politiche che emancipino le fasce più povere del nostro paese.

Milioni di cittadini, con l'ingresso infausto degli ultimi due governi, (Draghi-Meloni) sono stati accompagnati oltre le soglie minime sopportabili di vivibilità. Sono stati lasciati senza nessuna rappresentanza politica né sindacale, isolati, disorganizzati, soli. Noi ci assumiamo l'onere di difenderli studiando soluzioni per migliorarne la vita, per renderli cittadini "felici" attraverso la garanzia di un reddito sufficiente e dignitoso. Smettiamola con la presa in giro del lavoro che è somministrato come un ricatto sociale. Assicuriamo un reddito garantito dallo Stato visto come "cassa mutua" per una vita dignitosa per tutti.

Il ricatto del lavoro verrà depotenziato e diventerà finalmente quello che è giusto che sia: un rapporto equilibrato e paritario tra chi cede competenze e chi le richiede. Ben vengano le intelligenze artificiali, esse ci libereranno dalla schiavitù del lavoro imposta da pochi e utilizzata come strumento di sottomissione.

Questo deve essere l'obiettivo: non più chiedere lavoro ma pretendere reddito illimitato e garantito per sé e per i propri figli quali cittadini. Questa sia la nostra rivoluzione.

Pretendere un reddito garantito e sufficiente per vivere dignitosamente la propria vita e affinché tutti abbiano l'opportunità di studiare, vivere in case "abitabili", svolgere lavori confacenti alle proprie caratteristiche, evolversi culturalmente senza l'ossessione del vivere, avere la serenità e il tempo per relazionarsi con gli altri.

Non ultimo obiettivo sarà quello della ricerca e eliminazione dei privilegi rubati come: stipendi esageratamente esosi, pensioni esagerate, privilegi rubati.

Costruiamo un programma politico insieme che dia a tutti i cittadini la garanzia di ricevere gratuitamente i servizi essenziali: sanità, istruzione, giustizia, casa, ambiante, energia.

Costruiamo insieme un manifesto politico che ci presenti al paese quali cittadini attivi che propongono un progetto solidale a tutti e per tutti.